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- “La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto.”
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Gilda Rosmarino vive a Roma.
Verso gli otto anni scopre di essere portata naturalmente verso il ritratto e col passare del tempo, comincia come autodidatta per il volto e la figura disegnata, in seguito per il colore a olio, fino a quando sente l’esigenza di approfondirne la conoscenza; la pittura ad olio è la tecnica che sente maggiormente; dopo vari tentativi riesce ad iscriversi al corso quadriennale di pittura alle Arti Ornamentali di via S.Giacomo n° 8 a Roma ed in seguito a quello di murales e plastica. Nella frequenza del corso pittorico ha cominciato a spaziare anche attraverso il figurato, l’astratto e la tecnica della pittura mista con varie materie su diversi tipi di supporti, fino a conoscere ed esplorare l’estrema lucentezza e trasparenza della pittura espressionista degli smalti sul vetro, sperimentando le trasparenze.
Finiti i corsi, su consiglio del suo insegnante di pittura, si è interessata per far parte di un gruppo di artisti per esporre i suoi lavori ed ha partecipato alla prova e alla selezione nell’”Associazione dei Cento Pittori di Via Margutta” nella quale, dopo essere stata ammessa, fa parte come socia ordinaria dal marzo 1994 e con la quale ha fatto parte a varie esposizioni collettive.
L’Impressionismo è la corrente che più sente perché è convinta che, il plain-air ed il suo maestro di pittura, Monet, non ha eguali nello studio del vero e della luce. È andata a conoscere e visitare il luogo dove ha vissuto ed ha creato la sua ultima opera grandiosa delle Ninfee, a Giverny.
Si ritiene un’artista ancora indefinita per la sua ricerca continua e che definisce ogni tecnica e ricerca pittorica come una delle più nobili espressioni di comunicazione che non può essere interpretata perché non ne ha bisogno, dal momento che è diretta a chi l’osserva e ne è spettatore, e che percependo delle sensazioni, ne ha già colto il messaggio.
Gilda Rosmarino