SALVATORE NOTA

  • Produttività in equità fiscale

CHI SONO


Salvatore Nota è stato più volte presentato su “Cronache del Bolaffi”, “Arte Italiana per il Mondo”, “Il Finanziere”, Il Messaggero, il Tempo e altre pubblicazioni.

Acquerellista proveniente dalla pittura ad olio, nato a San Giovanni Incarico (FR) nel 1936, attualmente risiede a Roma.
E’ maturato artisticamente negli anni ’50 e ’60 in solitarie località alpine, ove svolse il suo servizio di finanziere alpestre e, successivamente, a Livorno, dove frequentò l’ambiente artistico dei pittori Gagliardi, Romiti, Natali e Guidi.

Nella capitale, dagli anni ’70, rientrò fra gli artisti premiati in due importanti rassegne d’arte nazionali organizzate per i dipendenti della Guardia di Finanza per fini ricreativi e culturali; frequentò vari centri artistici romani, insieme a molti artisti noti della capitale, fra i quali: Sandro Trotti, Gianni Testa, Italo Battistelli, Borghini, Bottaro e gli acquerellisti Ferruccio e Paolo Lattanzi ed ai critici d’arte Antonio De Marco e Mara Farloni.

Rientrò più volte fra gli artisti premiati in Campidoglio, per le sue opere esposte in altrettante rassegne artistiche dedicate alla memoria del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Negli anni ’80, dipinse, gratuitamente, alcune opere per la Guardia di Finanza e molti suoi dipinti sono rimasti nell’ambito dell’Istituzione: Museo Storico presso il comando Generale, e quello della Scuola Alpina di Predazzo, vari Comandi della Guardia di Finanza, fra cui, l’Accademia alla sede di Bergamo, dove, in anni recenti, ha partecipato a due rassegne d’arte “L’Accademia incontra l’Arte e l’Arte incontra l’Accademia” insieme ad alcuni artisti dell’Accademia di Brera, lasciando all’Istituto le sue opere esposte.

Nel 1984, presentò anche un’interessante mostra antologica culturale dei suoi olii più significativi nell’Abbazia Cistercense di Casamari, voluta dal prof. Angelo Bellettato della casa editrice “I Dioscuri” (per la quale l’artista aveva illustrato alcune raccolte di poesie) e dal “Centro Studi Sorani” del prof. Guglia, in occasione del convegno internazionale “Baronio e l’arte”, che annoverava tra i suoi partecipanti insigni professori dell’Arte, italiani e stranieri e, fra questi, i poeti Carlo Betocchi e Giacinto Spagnoletti, Ferruccio Canovaro e i professori Ziino, Slaschi, Di Maio ed altri, che, nell’occasione della collegata mostra d’arte, lasciarono lusinghieri apprezzamenti scritti sulle opere esposte.

Negli anni ’90, partecipò a tutte le mostre di pittura con il gruppo degli artisti del “COVART”, con Mattia Serino, Franco Fragale, Gallozzi, Amintore Fanfani, Tommaso Santamaria, ed altri.

La sua ultima mostra personale è stata tenuta nel 2008, nei locali del Comando Generale della Guardia di Finanza, dove, per la prima volta, ha presentato acquarelli.

Hanno recensito le sue opere, tra gli altri, Carlo Betocchi, Giacinto Spagnoletti, Antonio Oberti, Ferruccio Canovaro, Augusto Giordano, Antonio De Marco, Angelo Bellettato, Andrea De Liberis e il suo caro amico Mario Conti e, per ultimo, il critico Antonio Sorgente. Finora, l’artista ha escluso ogni finalità di lucro e non si è mai interessato al mercato della sua arte, restandone fuori, per sua scelta ed ha continuato ad operare solo per il soddisfacimento della sue passione artistica e culturale, in armonia con lo status di finanziere, prima, e poi, con lo statuto della storica associazione “Cento Pittori Via Margutta”, della quale riveste la carica di socio ordinario.

Ha iniziato ad esporre con gli artisti dell’associazione fin dal 2011 come ospite e, contemporaneamente, fino a tutto il 2013, insieme a Leandro Parente, ha organizzato nei predetti locali quel Comando di appartenenza, partecipandovi personalmente, tre grandi rassegne d’arte a carattere culturale ricreative, alle quali, oltre agli artisti ex appartenenti al Corpo, Tommaso Santamaria, Michele Gianfrancesco ed Espedito Finizio, hanno partecipato artisti dello staff dirigenziale della predetta associazione, quali il Presidente Alberto Vespaziani, Franco Fragale, Luigi Salvatori ed i soci Elisa Camilli e Mattia Serino.

Le ultime due manifestazioni sono state presentate dal critico d’arte Antonio Sorgente (ex ufficiale della Guardia di Finanza).

L’ultima rassegna è stata curata dal Dott. Francesco Parente e dal Prof. Arnaldo Colasanti, entrambi giornalisti radio e Rai 1.

L’artista si fregia, altresì, dell’onorificenza di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, conferitogli nel 1991, su proposta del Comandante Generale pro-tempore.

Nel 2018, l’artista ha partecipato ad una mostra d’arte presso il Museo di Arte Contemporanea di Roma (MACRO), insieme ad altri artisti dell’Associazione dei Cento Pittori di Via Margutta;

NOTE CRITICHE

Ferruccio Canovaro (1977)
(Generale della Guardia di Finanza, addetto al Ministero dei Beni Culturali quale esperto in materia.)
«…Ogni pennellata passa attraverso un filtro fatto sì, di rimpianti e di angoscia, ma anche di amore. Questo filtro lascia passare solo i toni della tavolozza a lui cari. Toni di carminio, indaco, viola. Sembrerebbe, e non è, una tavolozza limitata e fredda. E’, invece, così ricca di vita e di calore umano che te ne viene uno struggimento, ed entri subito in rapporto col tema che il pittore propone. Nota è il pittore del rimpianto e dell’esilio…»

Antonio De Marco (1978)
(Giornalista-scrittore e noto critico d’Arte)
«…Salvatore Nota dipinge ciò che gli rimane nella mente e nel cuore dal suo peregrinare di città in città, di montagna in montagna, di frontiera in frontiera, di caserma in caserma. Dipinge quindi i ricordi della prima e della seconda giovinezza. Dipinge una realtà filtrata dalla fantasia, un mondo tutto suo sul quale splende un sol colore. Anche la neve è soffusa di viola, anche gli alberi, nei tronchi e nei rami senza foglie “nelle cui fibre – scrive il mio caro amico Ferruccio Canovaro – scorre la linfa autunnale in attesa del grande sonno, ma anche del grande risveglio di primavera”. Io non riesco a pensare all’autunno guardando alla tavolozza di questo artista, all’autunno e al sonno e quindi al risveglio della primavera. Io, invece, penso ad una stagione nuova, miracolosamente nuova che è speranza nella speranza, oppure alla sintesi di tutte le stagioni, albeggiante in un nuovo giorno, in un nuovo mondo. Il mondo di domani, post-apocalisse. Ripeto, sono io, e forse anche il pittore, a leggere in queste opere tanta profezia. Il pittore le ha scritte. Io le ho lette…»

Antonio Sorgente (2014)
(Ufficiale Superiore della G. di F. ora critico d’arte)
« Salvatore Nota, quale pittore post-impressionista capitolino, era già noto nell’ambito dell’Istituzione di appartenenza, fin dagli anni Settanta e Ottanta per i suoi olii, alcuni dei quali sono presenti presso musei storici di Roma e Predazzo in vari Uffici e Comandi della Guardia di Finanza. Egli deve, altresì, la sua notorietà alla partecipazione alle mostre d’arte dell’associazione culturale “Cento Pittori via Margutta”, ove è stato accolto come acquarellista, sua tecnica recente, dove la sua abilità riesce a contendere in bellezza e in forza espressiva la pittura ad olio. L’arte pittorica proposta dall’artista non è semplice esercizio di virtuosismo tecnico nella tematica figurativa, ma peculiare ricerca di colori e delle cromie mediterranee. Nelle sue composizioni naturalistiche la tavolozza rifulge di una luminosità singolare, talché la lucentezza del cielo, della flora e degli oggetti raffigurati è talmente pregevole da rendere emozionante ogni sentimento generato nell’osservatore. Il pittore, quindi, è in grado di trasferire le sue trepidazioni sul foglio e queste sono idonee a coinvolgere emotivamente lo spettatore. Accanto al bianco del foglio, si fondono le cromie variegate dei verdi smeraldini, gli azzurri oltremare e gli ocra-giallo, volgenti alle terre di Siena. Tinte e sfumature che, per la loro bellezza e freschezza d’insieme, ricordano quelle dei famosi impressionisti francesi. Ogni dipinto presentato al pubblico è un ardito tentativo di carpire la percezione di una natura incontaminata, sempre alla ricerca di quella poetica post-impressionistica e verista, tipica dei veri pittori mediterranei. Mentre dipinge, egli è sempre mosso dall’ansia di oltrepassare i limiti del visibile e del reale. Possiamo riferire che la sua tecnica, più che un desiderio personale, è una novella intuizione, in altre parole, un’eterna aspirazione che alimenta il palpito della vita di ogni artista.»

COLLOCAZIONE OPERE

Le prime sei opere di cui alle foto che seguono (la prima, olio su tela di cm. 80×100 del 1988 “Madonnina dei Finanzieri alpestri”; la seconda, acquerello di cm. 38×54 del 2010 “Soccorso Alpino G.di F. (SAGF)”; la terza, acquerello di cm. 38×59 del 2010 “Omaggio a Beltrame – Apoteosi 1918”; la quarta, acquerello di cm. 56×76 del 2020 “1915 – Pal Piccolo come le Termopili – 489 a.C.”; la quinta, acquerello di cm. 56×76 del 2020 “Caserma Giovanni Macchi – Battesimo di sangue”; la sesta, acquerello di cm. 56×76 del 2020 “Cent’anni di storia”) sono di proprietà del Museo storico della Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo e sono ivi esposte al pubblico.

Le ulteriori cinque opere, di cui alle foto che seguono (la settima, acquerello di cm. 34×54 del 2012 “Produttività in equità fiscale”; l’ottava, acquerello di cm. 54×76 del 2020 “Passaggio della stecca accademica”; la nona, acquerello di cm. 56×76 del 2020 “Guardia d’onore”; la decima, acquerello di cm. 38×54 del 2020 ”Esercitazioni a fuoco”; l’undicesima di cm. 56×76 del 2020 “Nascita di un mito”) sono di proprietà del Museo storico dell’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo. Altri acquerelli, su tema simile, sono collocati presso uffici del Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma.



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