ANTONELLO RIOMMI

CHI SONO


E’ socio dall’1985 dell’associazione “Cento pittori di via Margutta” alle cui manifestazioni partecipa regolarmente. Ha al suo attivo oltre cinquecento opere presenti in collezioni private.

Antonello Riommi “Un moderno realista”  vive a Roma, citta’ dove è nato il 10 dicembre 1961.

Per comprendere l’ambiente che dalla prima giovinezza lo ha circondato va riferito che nella sua famiglia è presente il nonno materno, un bravo pittore dilettante da considerarsi senz’altro il primo stimolo alla sua futura attività artistica.Intorno ai sette anni si diletta a disegnare figure tratte dal mondo dei fumetti. Alla scuola media rappresentando scene inspirate a temi scolastici, comincia a famigliarizzarsi con la tempera. A dieci anni realizza il primo quadro ad olio. In seguito i suoi interessi registrano una svolta volgendosi verso il modellismo di navi antiche e il campo dell’elettronica. A sedici anni quando frequenta l’istituto Tecnico Industriale G.Galilei di Roma, si manifesta in maniera irrefrenabile l’interese per la pittura, che non lo abbandonera mai più e che diventerà la sua professione.

Come artista è essenzialmente un autodidatta, un figlio di se stesso. Solo di recente ha seguito un corso di scuola libera del nudo.
La sua è una pittura figurativa. Primo riferimento ideale è stato il grande acquerellista di origini svizzere, il pittore della Roma sparita Roesler Franz, di cui realizza numerose copie. Altri autori che nel suo autonomo apprendistato tiene presente sono stati i grandi realisti quali Caravaggio, Turner, Constable, De Chirico classico e della prima produzione metafisica, i veristi italiani dell’ottocento tra cui, in maniera preminente i macchiaioli. Tutti i generi gli sono consueti: paesaggio, natura morta, figura. Nessuna tecnica gli è estranea: disegno, olio, tempera, acquarello, pastello.
Ha decorato avvalendosi in prevalenza della tecnica della tempera, interni di ville e di appartamenti in Italia e fuori Italia. Ha una clientela stabile in buona parte straniera.

Dalla visione delle opere si possono facilmente dedurre le peculiarietà dell’arte di Antonello Riommi. Qui di seguito vogliamo solo, ricapitolando, sistematizzarle sinteticamente.

Nell’analisi del vero l’artista pone grande attenzione alla realizzazione delle forme espresse in linee e colori. E’ il modo come gli oggetti si fondono nella profondità dello spazio che soprattutto gli interessa. L’accentuazione del colore, utilizzata in funzione stilistica, è sempre presente ma, nei limiti della percezione ottica, discreta.

La sua pittura è tutta nel filone realistico ma, pur agganciandosi ai grandi realisti del passato, nel taglio della composizione, nei caratteri formali, nell’uso dei colori è decisamente moderna.

Ha una spiccata e originale personalità, un vero maestro che la critica non sempre attenta a tutto ciò che si produce nel campo dell’arte, deve purtroppo, ancora scoprire attribuendogli il giusto riconoscimento.

La lezione dei movimenti avanguardistici del ventesimo secolo è stata da lui in parte assorbita e rielabborata in uno stile non dirompente ma discretamente equilibrata. Non solo ha una salda perizia tecnica, sempre più perfezionata da una costante pratica venticinquennale, che arriva fino al virtuosismo e alle più spericolate sottigliezze, ma in ogni sua composizione nei diversi generi da lui trattati rivela una notevole sensibilità poetica particolarmente sentita verso il paesaggio.

Perche un lavoro di un pittore si possa chiamare opera d’arte non è sufficiente il possesso,sia pure elevato dei mezzi formali, ma deve esserci, requisito indispensabile, quel quid che diciamo poesia e che circonfonde come un alone magico l’opera. L’uomo Antonello Riommi non ha nulla di stravagante ne nell’aspetto esteriore ne nel suo mondo intimo. Attende quotidianamente al suo lavoro come facevano i vecchi artisti artigiani. Avendolo avuto come allievo, quale suo docente di materie letterarie, conosco bene la sua indole riflessiva, mite, discerta.

Voglio concludere questo mio scritto riferendo, a riguardo delle considerazioni sulle vicende delle opere d’arte, un penetrante pensiero di Giacomo Leopardi tanto piu’attuale quanto più facciamo riferimento ai nostri tempi di profonda crisi morale: “tra fortuna e valor dissidio pose il corrotto costume”.

Professor Giorgio Meucci



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